BELLE

 DI MAMORU HOSODA

Recensione di Giulia Lang

Il 15 ottobre è stato proiettato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma Belle, nuovo film di animazione diretto da Mamoru Hosoda (Mirai), in concorso nella sezione Alice nella città.

Il regista – presente sul palco – ha introdotto brevemente la pellicola, avvisando noi spettatori di tenere bene a mente, durante la visione, la favola de La Bella e La Bestia. Promemoria che durante la prima parte del film sembra immotivato, ma che dalla seconda parte in poi si concretizza in uno splendido omaggio.

recensione festa del cinema

Suzu è una liceale dolce e molto timida, da anni chiusa in se stessa in seguito alla perdita della madre, sacrificatosi per salvare una giovane vita durante una tempesta quando la figlia era ancora una bambina.
Suzu condivideva con sua mamma la passione per la musica e in particolare per il canto, così, in seguito alla sua scomparsa, la ragazza smette di cantare e si allontana da tutti, anche dal padre. L’unica persona con cui si confida è Hiro, la sua migliore amica, esuberante genio del computer.

Proprio sotto il consiglio dell’amica, Suzu accede a U, un social ultra realistico su cui è possibile creare il proprio “Io” virtuale.
La protagonista decide così di creare Belle, il suo alter ego – lentigginoso proprio come lei – grazie al quale torna a cantare, fino a diventare una stella del web.

recensione festa del cinema

È durante uno dei concerti virtuali di Belle che fa la sua apparizione una figura oscura, simile ad una bestia e con il volto di un cinghiale, che da diverso tempo è ricercato da i Giustizieri, una sorta di polizia di U. Belle, che ha una grande intelligenza emotiva, intuisce che c’è del buono intrappolato dentro quelle fattezze mostruose e scostanti.
La giovane inizierà così un viaggio verso un castello nascosto per scoprire l’identità della creatura misteriosa.

Un viaggio straordinario per gli occhi e per la mente

Per analizzare il lavoro di Hosoda, è impossibile non partire dall’elogio all’animazione.
La cittadina dove vive Suzu, un piccolo villaggio rurale immerso nella natura, è un’opera d’arte, non solo per l’incredibile realisticità delle immagini, ma anche per i suoni che le accompagnano: il rumore dei passi sull’asfalto, lo scorrere del fiume, i rumori degli ambienti interni.

Le musiche di Ludvig Forssell e Yuta Bando connettono il susseguirsi delle scene in una serie di crescendo emozionali.

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In bilico tra due mondi

Dal punto di vista narrativo, la pellicola segue alla lettera lo schema del viaggio dell’eroe: la chiamata all’avventura della protagonista, il passaggio dal mondo ordinario a quello straordinario (U), la presenza degli archetipi principali.

Ciò che invece costituisce un elemento di originalità rispetto allo schema classico, è che il viaggio tra i due mondi che compie l’eroina non è lineare. Suzu, infatti, fa avanti e indietro tra la sua vita nel mondo reale e U, vivendo in un certo senso due avventure diverse. U è un posto sicuro per lei, poiché nessuno conosce la sua identità, fino a quando non si troverà coinvolta nel filone narrativo della bestia.

recensione festa del cinema

D’altro canto, nella vita di tutti i giorni, per Suzu nulla sembra essere cambiato: prova ancora vergogna nel dialogare con gli altri compagni e la situazione peggiora improvvisamente quando acquista notorietà a scuola, dal momento che alcune ragazze hanno notato la sua vicinanza a Shinobu, il ragazzo più popolare dell’istituto e suo amico di infanzia, che ha per Suzu una sorta di istinto protettivo, conoscendo la sua storia familiare.

L’omaggio a un classico Disney

Come anticipato, Belle ripercorre a grandi linee la fiaba de La Bella e la Bestia. A tal proposito, gli amanti del film di animazione targato Disney saranno entusiasti di scovare i moltissimi omaggi che il regista giapponese ha inserito in onore del film del 1991. Il castello della creatura misteriosa è una versione anime della dimora maledetta della Bestia, così come la fedele servitù, la rosa, la trasformazione e – persino – l’inseguimento dei lupi, sostituiti in questa versione dai Giustizieri, capeggiati da Justin, che potrebbe ricoprire – in un certo senso – anche il ruolo di Gaston.

recensione festa del cinema

Un anime ipermoderno che tocca corde emotive

Dal punto di vista dei contenuti, è possibile notare che gli intenti del regista siano stati plurimi. Il film è un anime ipermoderno che – basandosi su una fiaba classica –  esplora le varie facce del bullismo online, senza voler demonizzare il pianeta social.
L’opera è anche un racconto di formazione, che racchiude al suo interno elementi di diversi generi cinematografici: avventura, fantastico, drammatico, musical.

recensione festa del cinema

Mamoru Hosoda spinge la sua immaginazione verso confini inesplorati. E se la moltitudine di temi trattati sembra davvero troppo per un film di animazione di appena due ore, è bene tenere a mente che il regista ha un talento incredibile per raggiungere luoghi familiari in modi assolutamente inaspettati.

Valutazione
4.5/5

Belfast, il film autobiografico di Kenneth Branagh, è  splendidamente scritto, recitato e girato. Alcuni potrebbero accusare la pellicola di essere troppo sentimentale o poco conforme al modello di rabbia politica e disperazione considerato appropriato per i drammi sull’Irlanda del Nord. E sì, c’è certamente un certo grado di sentimentalismo in Belfast ma, soprattutto, c’è tanta generosità emotiva. È una storia che celebra la famiglia e le proprie origini, un film sulle persone e sui luoghi che hanno trasformato Kenneth Branagh nell’uomo e nell’artista che oggi conosciamo.