Di Noemi Grossi
“Bound in Heaven”: una riflessione commovente sul destino
“Kun bang shang tian tang” è il titolo originale del dramma cinese del 2024 “Bound in Heaven”, diretto da Xin Huo e interpretato da Ni Ni, You Zhou, Liao Fan.
È la storia di una donna vittima di violenza domestica, che grazie ad un concerto incontrerà il vero amore. Il tipo d’amore capace di esaudire i desideri più sofferti e che persiste anche nella luce.
Un’opera in cui i cinque sensi sono enfatizzati in un gioco di potere, passione e amore:
- se in un primo momento il tatto ha una connotazione negativa, di violenza, successivamente rappresenta l’accudimento della persona amata e l’unione con essa.
- Attraverso le soggettive e l’utilizzo dei colori complementari la vista si acuisce.
- La colonna sonora, che esprime al contempo malinconia e meraviglia, tocca le corde giuste dei cuori e ci trasporta verso un bagno di lacrime.
- Il profumo di mandarino e la compattezza dei noodles bucano lo schermo.
Una donna subisce costantemente violenze fisiche dal compagno, che la priva di un’occasione che aspettava con ansia. “Lui mi ha resa ciò che sono” è la motivazione che utilizza per giustificare la loro relazione ed i lividi che le ricoprono il corpo. Tutto cambia grazie a un incontro fortuito con un malato terminale, che le porterà la protezione e l’affetto di cui aveva bisogno, ma anche tanta sofferenza.
Ogni scena è orchestrata nel dettaglio: la composizione è ricercata, l’illuminazione è curata e i movimenti di macchina sono naturali.
In più la citazione all’opera “Gli amanti” di Magritte è meravigliosa, elegante e passionale.
I temi trattati sono:
- L’amore
- Il destino
- La morte
- La paura
- La violenza
- La famiglia
- Le relazioni
- La malattia
- Le problematiche del sistema sanitario
- La cura
- Il dolore
I simboli sono:
- Il rosso e il verde
- I fuochi d’artificio, simbolo della trasformazione nel passaggio verso la vita ultraterrena
- Le corde, simbolo di protezione e affetto
- I pugni, che simboleggiano la ribellione e la solidarietà
“Non metterò il mio destino nelle mani di nessuno” questa è la convinzione che porta il protagonista maschile a seguire il flusso del proprio fato e a non combatterlo.
Da ciò scaturisce una riflessione profonda sul senso della vita e della morte che, nonostante vengano usate delle frasi cliché, non sfocia mai nel didascalico.
Lati positivi:
- La fotografia, con la quale si creano delle splendide immagini
- L’interpretazione, armonica e d’impatto
- la regia
- la narrazione
- I costumi, per i colori utilizzati
- La scenografia, ricercata e autentica
Lati negativi:
- La mancanza di approfondimento su alcune caratteristiche dei personaggi
È un bel film, che conquista lo spettatore sia per la sua estetica, sia per le emozioni che trasmette.
Grossi Noemi