IL FILM MUSICALE CON CAMILLA CABELLO
Recensione di Giulia Lang
Dal 3 settembre è disponibile su Amazon Prime Video la nuova versione live action di una delle fiabe più amate e riadattate sul piccolo e grande schermo: Cenerentola.
Il film musicale, diretto da Kay Cannon (sceneggiatrice della saga Pitch Perfect) e prodotto da James Corden, è una rivisitazione in chiave pop della celebre fiaba. La pellicola – tra le più attese della programmazione streaming autunnale – è stata davvero poco apprezzata dalla critica italiana. Ma è davvero così male? Analizziamola nel dettaglio.
Cenerentola, per gli amici “Ella” – interpretata dalla celebre cantautrice Camilla Cabello – è una giovane orfana che vive con la matrigna (Idina Menzel), che mal la sopporta, e le due sorellastre. La ragazza sogna di diventare una celebre stilista e avere, un giorno, una boutique tutta sua.
Quale migliore occasione per proporre alle grandi dame i suoi lavori se non presentandosi al gran ballo indetto da Re Rowan (Pierce Brosnan) per trovare moglie al suo inaffidabile erede (Nicholas Galitzine)?
Come per ogni adattamento che si rispetti, a mettersi tra Ella e il suo sogno ci penserà la matrigna, qui più antipatica che malvagia. Mentre ad aiutare la giovane entrerà in gioco la fata madrina più fashion mai vista (Billy Porter) e tre buffi topolini.
A fare da sfondo alla vicenda principale ci sono numerose sotto trame incentrate su personaggi secondari davvero interessanti: Vivian, la matrigna, meno malvagia che in altre versioni e vittima a sua volta di un sistema patriarcale; la Regina Beatrice (Minnie Driver) che vorrebbe avere più voce in capitolo negli affari riguardanti il regno e, infine, Gwen, (Tallulah Greive) sorella del principe politicamente impegnata.
Cenerentola: il musical
Una delle critiche più dure mosse al film – che è un musical – riguarda proprio l’eccessiva presenza di canzoni al suo interno o la mancata originalità nel crearne di proprie. In effetti, Kay Cannon ripropone anche in questo caso come per Pitch Perfect cover e mash-up di celebri hit.
Se da un parte si poteva fare uno sforzo in più per spingersi oltre, dall’altra le versioni riadattate di brani famosissimi, tra cui Material Girl – interpretata magistralmente della stella di Broadway Idina Menzel, Somebody To Love, Am i Wrong e Let’s Get Loud, sono innegabilmente coinvolgenti.
Una rivisitazione femminista: coraggio o furbizia?
Il principe Robert è un giovane attraente, allegro, un po’ goffo, che non ne vuole sapere dei suoi doveri da erede al trono. Passa le sue giornate a divertirsi con i suoi amici e nel frattempo sogna il vero amore. Una sorta di Romeo Montecchi inserito in un contesto fiabesco.
Ella, al contrario, è una ragazza concreta, indipendente, che vuole un riconoscimento professionale per il suo talento da stilista.
Nonostante le buone intenzioni di una rivisitazione del film in chiave femminista, il cambio di rotta è stato ritenuto da molti critici come “furbo” o troppo debole per essere di impatto.
Kay Cannon probabilmente non ha mai avuto un intento rivoluzionario con questo musical, ma semplicemente ha cercato di ribaltare una dinamica che dalla nascita del personaggio di Cenerentola in poi non è mai cambiata.
Il desiderio di Ella di inseguire il suo sogno non le impedisce di innamorarsi di Robert. Ma secondo le regole del regno è assolutamente indecoroso che la futura sposa del principe abbia un impiego. Dunque, è la ragazza che deve mettere da parte i sogni di una vita e le sue ambizioni per sposare un principe e perpetuare così i dettami della società patriarcale, o è la società che può cambiare e mettere da parte un modello socio-politico antiquato?
Branagh vs Cannon
Ovviamente, nel vedere la versione proposta da Kay Cannon il paragone con il film del 2015 viene quasi naturale.
Se Branagh ha omaggiato la fiaba rimanendo più ancorato alla tradizione disneyana e all’importanza simbolica della celebre scarpetta di cristallo, in questo nuovo adattamento la calzatura perde di valore, non ha un significato ben preciso, addirittura viene scagliata da Ella contro una guardia del Re durante la sua fuga allo scoccare della mezzanotte.
D’altra parte, proprio la volontà di Branagh di restare così fedele all’originale è stata un’arma a doppio taglio, impedendogli di uscire dagli schemi come invece è riuscita a fare la Cannon.
Tirando le somme, la nuova versione pop di Cenerentola non è un film privo di difetti, ma nel suo coraggio di osare si è dimostrato una piacevole sorpresa, con una colonna sonora pazzesca e dei costumi degni di una canditura ai premi Oscar!
Belfast, il film autobiografico di Kenneth Branagh, è splendidamente scritto, recitato e girato. Alcuni potrebbero accusare la pellicola di essere troppo sentimentale o poco conforme al modello di rabbia politica e disperazione considerato appropriato per i drammi sull’Irlanda del Nord. E sì, c’è certamente un certo grado di sentimentalismo in Belfast ma, soprattutto, c’è tanta generosità emotiva. È una storia che celebra la famiglia e le proprie origini, un film sulle persone e sui luoghi che hanno trasformato Kenneth Branagh nell’uomo e nell’artista che oggi conosciamo.