CYRANO
DI JOE WRIGHT
Recensione di Giulia Lang
– Io ti amo Cyrano
– Io ho amato il mio orgoglio
Joe Wright torna al cinema quattro anni dopo L’ora più buia con Cyrano, adattamento musicale della celebre commedia di Edmond Rostand, presentato in anteprima alla 16ma Festa del Cinema di Roma.
Il regista, che ama riadattare per il grande schermo storie d’amore intense e struggenti (Anna Karenina ed Espiazione, ad esempio) ha scelto di raccontare alla sua maniera uno dei più celebri triangoli amorosi di tutti i tempi.
Parigi, 1649. Cyrano (Peter Dinklage), poeta e spadaccino, è da anni segretamente innamorato di Roxanne (Haley Bennett), giovane donna dal carattere passionale e determinato. L’uomo non ha mai avuto il coraggio di dichiararle il suo amore poiché convinto che una creatura perfetta come lei non si potrebbe mai accontentare di avere come compagno di vita qualcuno di così bassa statura: egli è infatti affetto da nanismo.
Tuttavia, proprio il giorno in cui il protagonista sembra aver trovato il coraggio di dichiararsi, ecco che la sua amata lo prende in contropiede, confessandogli di ardere di desiderio per Christian (Kelvin Harrison Jr.), giovane cadetto dal bell’aspetto ma privo di talento poetico.
Così, Cyrano, per evitare una delusione alla sua amata, elabora presto un piano per comunicare le sue emozioni senza rischiare un potenziale rifiuto: scrive delle lettere d’amore per Roxanne sotto l’identità di Christian.
“Ti renderò eloquente”, dice al cadetto, “mentre tu mi renderai bello.”
Questo patto intavola la messa in scena di un dialogo amoroso esilarante sotto il secondo balcone più famoso di tutti i tempi.
Naturalmente, da lì le cose si complicano rapidamente e la commedia degli equivoci quasi shakespeariana lascia spazio a due signori oscuri: il ricco e potente De Guiche – invaghitosi di Roxanne – e la Guerra.
Il Cyrano di Wright ha ben chiaro lo sviluppo della vicenda sin dalla prima sequenza, che vede la bella Roxanne lanciarsi in uno dei numerosi brani semi-dialogati presenti nel film, mentre si tuffa nel meraviglioso abito realizzato dal costumista Massimo Cantini Parrini (Pinocchio).
La scena è infatti un’anticipazione del tipo di opera che lo spettatore ha di fronte: lussureggiante, leggera e drammaticamente eccentrica.
Nonostante la genialità del regista sia ormai cosa nota, il merito dell’unicità di quest’opera appartiene alla drammaturga e sceneggiatrice Erica Schmidt, autrice del musical teatrale Cyrano – portato sul palco nel 2018 – e con protagonisti gli stessi attori principali della versione cinematografica, ovvero Peter Dinklage ed Haley Bennett (che è anche compagna di vita di Wright).
Il regista ha sicuramente riconosciuto le potenzialità di quella produzione, a cominciare dalle musiche spettacolari realizzate da The National, fino al casting.
Dinklage è un artista completo ed intenso, dalle incredibili doti canore. Inoltre, la sua fisicità dà a Cyrano una ragione molto più toccante per la sue insicurezze rispetto ad un naso non conforme ai canoni estetici. È proprio l’aspetto psicologico del protagonista che Joe Wright ha voluto approfondire.
Nel film Peter Dinklage interpreta un poeta innamorato, affascinante, arguto e brillante. Questi aspetti del suo carattere sono chiari fin dalla prima entrata in scena, quando il protagonista si lancia in un duello rap – che da solo costituisce una valida ragione per la visione del film – contro un aristocratico che vorrebbe ridicolizzarlo e umiliarlo.
Cyrano è fortemente contraddittorio. Possiede il coraggio di combattere contro dieci uomini tutti in una volta ma è troppo orgoglioso per confessare i propri sentimenti all’unica donna che ha mai amato.
Grazie al suo orgoglio egli non è toccato minimamente da ciò che le persone pensano di lui, del fatto che lo definiscano Freak, ma è a causa del troppo orgoglio che non riesce a riporre fiducia in Roxanne, che nutre un sincero attaccamento nei suoi confronti ma che con l’inganno epistolare viene spinta ad amare un altro.
Kelvin Harrison Jr. è un Christian perfetto: affascinante, dal buon cuore e certamente abbastanza bello da sortire degli effetti su Roxanne.
Haley Bennett è una Roxanne impeccabile, che emana un calore rassicurante dalle guance arrossate e dai capelli rosso fuoco. Ella può essere inquadrata come un’innocente vittima dell’arroganza dei protagonisti maschili: Cyrano e Christian che orchestrano l’inganno e De Guiche (Ben Mendelsohn, un “cattivo” perfettamente credibile) che – avendole messo gli occhi addosso – vorrebbe ricattarla.
L’attrice ha donato molta sostanza a questo personaggio, incarnando una donna forte, che sa ciò che vuole: un’eroina moderna in cui il pubblico femminile può riconoscersi.
Chi non è amante dei musical può tirare un sospiro di sollievo: Cyrano non è un film unicamente cantato e i brani non prendono mai il sopravvento ma accompagnano l’umorismo e la drammaticità della vicenda. Alcuni brani sono molto coinvolgenti – come la già citata battaglia rap – mentre altri sono più dimenticabili.
La canzone che probabilmente rimane più impressa nella mente dello spettatore è eseguita dai cantautori Glen Hansard, Sam Amidon e Scott Folan, che interpretano dei soldati alla vigilia della guerra, intenti ad inviare un’ultima lettera alla persona più cara.
Il risultato visivo più sorprendente risiede proprio nella scena della battaglia invernale, con l’imponente Etna sullo sfondo (la pellicola è stata girata interamente in Sicilia).
In conclusione, Cyrano di Joe Wright mantiene il fascino e l’intensità del testo originale, fornendo un ulteriore ed indiscutibile prova dell’attualità di quest’opera.
Belfast, il film autobiografico di Kenneth Branagh, è splendidamente scritto, recitato e girato. Alcuni potrebbero accusare la pellicola di essere troppo sentimentale o poco conforme al modello di rabbia politica e disperazione considerato appropriato per i drammi sull’Irlanda del Nord. E sì, c’è certamente un certo grado di sentimentalismo in Belfast ma, soprattutto, c’è tanta generosità emotiva. È una storia che celebra la famiglia e le proprie origini, un film sulle persone e sui luoghi che hanno trasformato Kenneth Branagh nell’uomo e nell’artista che oggi conosciamo.