Deux di Filippo Meneghetti. Una proposta di un regista italiano che ha avuto la forza di muoversi all’estero, facendosi produrre grazie ad una collaborazione franco belga lussemburghese.

Si tratta dell’opera prima del 40enne Filippo Meneghetti, ma ha già le caratteristiche di un’opera decisamente matura.

È la storia del rapporto tra due donne che per anni si sono frequentate senza che le famiglie lo sapessero vivendo l’una vicino all’altra.

Il conflitto nasce attraverso il pudore e la paura di raccontare e rendere palese la loro relazione, ma il dramma più grande avviene quando con la malattia dell’una, l’altra viene completamente esclusa dal potersene prendere cura.

Deux. È una storia d’amore profonda, raccontata con molto garbo e senza retorica.

Una regia asciutta, essenziale, ed una recitazione di altissimo livello.

Traspare la poesia del loro rapporto, la paura di renderlo pubblico e l’incomprensione della famiglia.

Scritto dallo stesso Meneghetti insieme a Malysone Bovorasmy con la collaborazione della più esperta Florence Vignon (autrice nel 2016 insieme al regista Stéphane Brizé della sceneggiatura di Una vita).

Il film racconta con una certa grazia e senza mai eccedere nei toni una storia d’amore vigorosa e struggente. 

Barbara Sukowa(divenuta nota nel contesto del Nuovo Cinema Tedesco grazie a Fassbinder e Margarete von Trotta) e Martine Chevallier(grande attrice teatrale francese che fa parte dalla fine degli anni Ottanta della Comédie-Française), contribuiscono in maniera determinante a raggiungere vette di notevole intensità.

È un film bello, dotato di una potenza interiore, Meneghetti è certamente un nuovo talento italiano, anche se l’Italia lo sta scoprendo grazie all’estero, probabilmente non avendoci creduto.

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