La Libera Università del Cinema e il Festival dello Sviluppo Sostenibile
di Claudia Marina Lanzidei
Il Festival dello Sviluppo Sostenibile è alle porte!
Fra pochi giorni, per la precisione il 28 settembre 2021, avrà inizio la quinta edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, che si estenderà fino al 14 ottobre. Il Festival vedrà una serie di eventi di vario genere, centinaia di eventi a dire il vero, i quali getteranno luce e proporranno riflessioni sui temi della sostenibilità. Fra le iniziative si potranno annoverare documentari, convegni, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, workshops, eventi sportivi e molto altro. E pensare che le quattro edizioni precedenti a questa hanno visto un totale di 2789 iniziative.
La Libera Università del Cinema di Roma parteciperà all’iniziativa con un progetto dal titolo: “Roma Città Sostenibile – Cineasti per il Futuro”, contribuendo al Punto 4 (Istruzione di Qualità) dell’Agenda 20/30.
Il festival, tenuto in gran conto dalle Nazioni Unite e classificatosi come finalista agli SDGs Action Awards, è organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS, insieme di organizzazioni impegnate in varie tematiche legate alla sostenibilità), insieme a numerosi partner. Da quando è nato, questo evento tutto italiano si propone di diffondere una cultura della sostenibilità, dal punto di vista non solo ambientale, ma anche sociale ed economico.
Tutto ciò per mettere ancora più in risalto l’interdipendenza tra i vari aspetti: cultura e ambiente, ad esempio, sono molto più legati tra loro di quanto si possa pensare, e spesso il patrimonio culturale immateriale (gli usi e le tradizioni), racchiude le conoscenze più utili per vivere in modo sostenibile. Come si dice, progettare il futuro imparando dal passato.
Gli eventi si svolgeranno sia in presenza che online, e avranno luogo su tutto il territorio italiano, e non solo. Il Festival punta infatti a scavalcare i confini nazionali, diffondendo le manifestazioni anche all’estero, attraverso le sedi diplomatiche italiane.
I Sustainable Development Goals (SDGs)
I diciassette obiettivi per lo sviluppo sostenibile sono stati approvati dall’ONU quasi sei anni fa, il 25 settembre 2015. Essi sono racchiusi all’interno di un’Agenda Globale, nella quale vengono riconosciuti tre elementi fondamentali.
In primis, vi è il fatto che il modello di sviluppo attualmente in uso sul nostro pianeta (basato sulla crescita economica esponenziale e sullo sfruttamento incondizionato dell’ambiente) è strutturalmente sbagliato, e quindi da ripensare, in tutte le sue componenti (non solo quella ambientale). Vi è poi la consapevolezza che ogni paese deve contribuire a cambiare lo status attuale delle cose. In ultima istanza, il cambiamento deve coinvolgere tutti gli attori sociali.
Ed ecco che la sostenibilità non è più solo una questione ambientale, ma è un concetto che abbraccia l’esistenza umana nella sua interezza. Sostenibile non è pertanto solo ciò che non nuoce alla natura, ma anche ciò che è rispettoso dei diritti umani, e della vita delle persone, da tutti i punti di vista.
I diciassette SDG’s, pertanto, si propongono proprio di guardare a una società in cui non solo vi sia un basso impatto ambientale, ma anche parità di genere, da mangiare per tutti, possibilità di lavoro in cui il lavoratore sia rispettato, diritto alla salute e alle cure, e molte altre cose. Se questi obiettivi saranno perseguiti in maniera seria, si arriverà ad una società più giusta, e forse si riuscirà ad avvicinarsi sempre di più a quell’idea di mondo giusto ed idilliaco che fino ad oggi non è mai andato oltre la dimensione del sogno.
In questo senso, le iniziative del Festival, pur rappresentando una goccia nell’oceano, sono un’importante presa di posizione e un piccolo ma nobile passo in questa direzione.
Il contributo della LUC: Roma Città Sostenibile – Cineasti del Futuro
Sono quattro i docenti della Libera Università del Cinema che parteciperanno al progetto Roma Città Sostenibile – Cineasti del Futuro, e che daranno un loro contributo al Festival, per un totale di cinque incontri, volti ad indagare processi creativi e implicazioni sociali delle attività dei cineasti impegnati nella valorizzazione dell’ambiente e del contesto urbano in cui operano.
I quattro docenti professionisti affronteranno tematiche affini dai punti di vista diversi che caratterizzano le loro personalità e i loro interessi: da quello sociale, a quello psicologico e filosofico.
Gli eventi di “Roma Citta Sostenibile – Cineasti del Futuro” uno ad uno
Andando un po’ più nel dettaglio, Patrizia Genovesi, video artist, presenterà, il 29 settembre dalle ore 14 alle ore 15, l’incontro “La Nostra Commedia – genesi di un film”, in cui parlerà del suo cortometraggio, ispirato a Dante e alla visione cinematografica di un mondo più consapevole.
Il 2 ottobre (ore 14:00-15:00) sarà poi la volta della regista e autrice Consuelo Pascali, che con la sua iniziativa “Costruire la Natura Umana – genesi di un film”, avrà l’intento, nel raccontare il suo cortometraggio anch’esso ispirato alla Commedia dantesca, di sensibilizzare eticamente le persone nel rapporto tra uomo e natura, rendendo ognuno più consapevole della potenza delle proprie azioni e opere.
Il 6 ottobre (ore 14:00-15:00) Giulio Casini, psicoterapeuta, presenterà l’evento “Ecologia della comunicazione”, in cui spiegherà le linee guida per la positività della relazione umana, attraverso piccoli gesti che sono in grado di fare la differenza nella città di Roma, basate sul dialogo, su proposte e discussione delle stesse.
Massimiliano Artibani, professore universitario e giornalista, sarà protagonista il 9 ottobre (ore 14:00-15:00), con il suo evento “La comunicazione: tra manipolazione e verità. Con lo storytelling raccontiamo noi stessi, la nostra città, la nostra comunità.” In diretta online, si parlerà di quanto lo storytelling all’epoca dei social sia non solo in grado di raccontare noi stessi, ma anche contaminabile ed in grado di manipolare la nostra visione del mondo.
Infine, il 13 ottobre (ore 14:00-15:00), Patrizia Genovesi, presenterà l’evento finale di “Roma città sostenibile – cineasti per il futuro”, come riepilogo dell’intero progetto, analizzandolo dal punto di vista etico-sociale, psicologico, filosofico, ecologico e della comunicazione, e soffermandosi anche sulla responsabilità delle immagini.
Preserviamo il pianeta terra… A che punto siamo?
Inutile ricordarsi che sono trascorsi già sei anni dall’approvazione dell’Agenda 2030 da parte dell’ONU. Nove sono gli anni che mancano a quello che dovrebbe essere il raggiungimento dell’obiettivo, anzi degli obiettivi. Ma a che punto siamo? Sicuramente la strada da fare è ancora lunga, anzi forse l’impressione generale è che ben poco è stato fatto. Vero è che l’umanità deve darsi una mossa se vuole davvero salvare la sua casa, e sicuramente bisogna agire con ritmi molto più incalzanti di quelli attuali.
Eppur qualcosa si sta muovendo, basta riflettere un po’ più a fondo su alcuni aspetti della nostra vita quotidiana. La raccolta differenziata, e soprattutto quella dei rifiuti organici, è diventata un modus vivendi, impensabile 10 anni fa, abitudine imprescindibile oggi. I sacchetti in plastica sono stati sostituiti, in tutti i supermercati, da sacchetti in mais compostabili, e così sta accadendo per molti oggetti in plastica usa e getta (basti pensare a bicchieri, piatti, cannucce).
La mobilità elettrica sta prendendo sempre più piede, e le tecnologie stanno diventando via via più evolute ed eco-friendly. Lo stesso vale per la produzione di energia sostenibile (dal sole, dal vento, dai moti ondosi). La sostenibilità, a dirla tutta, è una parola che sta ormai sulla bocca di tutti, un po’ di moda si potrebbe dire. Ma anche questo indica sicuramente una maggiore sensibilità, di cui sempre più persone sono consapevoli.
Casi esemplari. Sapevate che…?
Vi sono moltissimi esempi di misure più drastiche, decisioni radicali che indicano una presa di posizione decisa nell’ottica della sostenibilità. Alcuni dei numerosi esempi sono riportati di seguito.
L’India, per citarne una, ha deciso di ricoprire un terzo del suo territorio (e parliamo di un sub-continente) di boschi, entro il 2030. Il Cile ha recentemente vietato i prodotti in plastica monouso, e si impegna così a ridurre di ben 23.000 tonnellate la sua quantità di plastica.
Parlando di energia sostenibile, nel 2020 sono state costruite una quantità di pale eoliche capaci di produrre 100 gigawatt di energia. Questa quantità è tre volte superiore a l’energia necessaria a mantenere tutte le case del Regno Unito. Rispetto all’anno precedente, vi è stato un aumento del 60%.
Per quanto riguarda invece la mobilità sostenibile, la Francia ha vietato l’offerta di voli di linea su tutte le tratte percorribili in treno in meno di due ore e mezza di tempo. Notevole, no?
Un caso speciale: Cuba
Parlando invece del riutilizzo di materiali normalmente considerati rifiuti (ci si riferisce qui soprattutto alla plastica e all’alluminio), vi è uno stato che, pur non facendo la raccolta differenziata, ha una delle impronte ecologiche più basse proprio per la sua buona abitudine di riutilizzare tutto, da una busta a un bicchiere, a un flacone di shampoo. Parliamo di Cuba, uno stato che sicuramente si è sempre dovuto saper arrangiare da sé, avendo un embargo economico che pesa sulla sua economia da oltre sessant’anni. A Cuba, vi è una meticolosità nel riutilizzare qualunque brandello di plastica sia ancora impiegabile per qualche uso. Qui alla plastica, materiale fatto per durare tantissimo, viene data la vita che si merita, dimenticando il significato sociale che ha nel resto del mondo, in cui è considerata usa e getta, nonostante ci metta anni a disintegrarsi.
Basti pensare che Cuba, nonostante non abbia tecnologie innovative in termini di sostenibilità ambientale, ha un’impronta ecologica pro capite di appena 4.7 acri (quella considerata sostenibile dal WWF è di 4 acri). Una bella differenza, se si pensa ai 12 acri pro capite della Norvegia, o ai 17 degli Stati Uniti.
Un bell’esempio di sostenibilità quindi, a fronte di poche tecnologie. Forse è uno dei paradigmi che anche il mondo occidentale dovrebbe riabbracciare. Oltre che a consumare in maniera più sostenibile, ad esempio dividendo la plastica dagli altri rifiuti in modo che possa essere riciclata, dovremmo forse imparare tutti a consumare meno, il meno possibile.