La vita possibile – di Ivano De Matteo
La vita possibile, è una storia attuale, una storia di donne che possono perdere delle battaglie della loro esistenza, ma riescono a vincere la guerra.
Il racconto si dipana attraverso lo sguardo dell’infanzia, infatti il vero protagonista, o per lo meno il personaggio su cui si costruisce la storia, è il bambino, il figlio di Anna (Margherita Buy) donna continuamente picchiata dal suo compagno.
Decidono di scappare e trasferirsi a Torino da un’amica, Carla (Valeria Golino) che li ospita e che grazie alla loro presenza riscopre anche una possibile vita per se stessa.
Non voglio raccontarvi la trama di questo film, ma voglio raccontarvi la narrazione, di Ivano De Matteo, il regista, e di Valentina Ferlan, sua compagna e sceneggiatrice del film.
Lo spunto del film nasce da una storia vera. Quando queste storie entrano nella nostra vita, nel salotto della nostra casa allora diventano delle ferite che prima non avevamo sentito.
CONSIDERAZIONI
Così si svolge il film, come una ferita che lentamente si rimargina attraverso le cure amorevoli delle persone comuni che abbiamo intorno, come fosse una cosa normale, come se normalmente si trattasse di affrontare mali e dolori grandi o piccoli che siano, ma che necessitano essere vissuti nella loro interezza.
I dialoghi del film sono asciutti, chiari, intensi, quotidiani, cercando il lessico familiare di persone normali che oggi incontreremmo all’angolo di una strada se solo si soffermassimo un po’ di più sulla vita degli altri.
Anche la luce è quella quotidiana delle giornate di città, dal sole alla pioggia, dalle mattine alle sere calde in un salotto di casa.
La narrazione del film è costruita sugli sguardi dei personaggi, che si parlano tra loro e nel loro dialogo si cercano e si scoprono sempre di più. Sono gli sguardi degli uni sugli altri che si posano vicendevolmente e che costituiscono l’incarnazione umana della storia, è là che scorre il sangue, come un flusso lento che irrora calore al corpo.
Il bambino, la ragazza, la madre, l’amica, l’uomo dal passato doloroso, non sono personaggi in cerca d’autore, ma persone che cercano inconsciamente una risposta al male di vivere. Cercano di risolvere i problemi quotidiani e scoprono poco a poco il calore dei sentimenti come potrebbe essere, anzi come è nella nostra vita quotidiana.
Abbiamo incontrato il regista alla Stampa estera ed è stato una persona vera, come il suo film.
Vuoi proporre una tua recensione?
Iscriviti alla newsletter o inviaci un testo a universitadelcinema@gmail.com