LOVELY BOY
Di Francesco Lettieri
Recensione di Giulia Lang
È disponibile su Sky On demand e in streaming su NOW Lovely Boy, film di genere drammatico diretto da Francesco Lettieri (Ultras) e con protagonista Andrea Carpenzano (Il campione).
Niccolò – in arte Lovely Boy – è un giovanissimo trapper romano, portatore – all’apparenza – di tutte quelle caratteristiche che i trapper spesso hanno nell’immaginario collettivo: i tatuaggi sul viso, i capelli tinti, la classica parlata biascicata.
Il ragazzo – insieme al suo migliore amico e partner musicale Borneo – sta ottenendo un buon successo commerciale, affacciandosi per la prima volta al mondo delle case discografiche, quando ad un certo punto si perde: le droghe protagoniste delle sue canzoni diventano protagoniste anche della sua vita. E il film inizia proprio così, con Niccolò in uno stato di incoscienza causato da un mix di droghe e alcol.
Da questo momento in poi la narrazione prosegue su due piani temporali diversi, ambientati entrambi nel passato: la vita che il protagonista sta cominciando a conoscere grazie al successo, fatta di lusso, feste e droghe, e la vita dopo l’incidente in un centro di riabilitazione in Trentino Alto Adige.
Nella vita pre-rehab è possibile assistere a tutti quei momenti che hanno portato Niccolò ad un’autodistruzione inconsapevole. Il ragazzo ha una bella famiglia alle spalle, una ragazza che lo ama, una carriera in rapida ascesa, tuttavia non riesce a godersi questi aspetti preziosi della sua vita. Non riesce a goderseli perché ormai non sente quasi più nulla, è rinchiuso in una dimensione che non è più quella del mondo reale e le persone che vivono o che lavorano con lui se ne rendono lentamente conto, troppo lentamente, preoccupandosi seriamente solo nel momento del non ritorno.
Durante le scene ambientate al centro di riabilitazione abbiamo l’occasione di conoscere un altro lato di Niccolò. Nonostante il ragazzo inizialmente sia piuttosto riluttante ad aprirsi e a condividere la sua storia con il resto della comunità – composta da persone molto più grandi di lui – successivamente inizia a comprendere l’importanza di avere una seconda occasione e di confrontarsi con chi ha vissuto un’esperienza simile alla sua.
Il ragazzo nel suo percorso di crescita e maturazione viene guidato da Daniele (Daniele Del Plavignano) – educatore della comunità di recupero con un passato difficile alle spalle – l’unico a credere nella possibilità di un recupero da parte del ragazzo. I due, nonostante non si intrattengano mai in lunghissimi discorsi, hanno un rapporto sincero e commovente.
L’immedesimazione in Lovely Boy
Lo spettatore durante tutto l’arco narrativo segue il punto di vista del protagonista in tutto e per tutto: vede con i suoi occhi quando è sotto l’effetto di droghe, ha una visione limitata della realtà e ha perfino l’ingenuità di Niccolò, che nonostante si atteggi a grande uomo vissuto non si rende conto di molte cose, anche di ciò che accade sotto al suo naso.
L’ingenuità del protagonista emerge in due scene altamente drammatiche, che egli affronta in due modi totalmente differenti. Di fronte al primo evento tragico – quasi grottesco nel modo in cui avviene – la reazione di Niccolò si aggira tra l’apatia e la rassegnazione. Invece, il secondo evento tragico toccherà delle corde nel suo cuore e gli darà la scossa per cambiare le cose.
Una storia che genera emozioni
Anche se Lovely Boy non è un film sulla trap, è chiaro quanto lavoro ci sia stato dietro per non trattare questo genere musicale con superficialità. Infatti, seppur la musica non sia la protagonista della pellicola, i brani realizzati appositamente per il film sono assolutamente adatti e credibili.
Niccolò è un giovane innegabilmente talentuoso e intelligente. Tuttavia le sue qualità vengono oscurate da un atteggiamento egoista e arrogante che invade ogni aspetto della sua vita. Lui ha talento e un’ottima penna ma ha perso il motivo che lo ha spinto ad iniziare la sua carriera.
Il film non ha l’intenzione di realizzare un’analisi sociologica sul mondo della trap romana o della droga tra i giovani, ma vuole trasmettere delle emozioni attraverso il conflitto interiore che vive il suo protagonista. E magari anche se la trap un giorno verrà oscurata da un nuovo genere musicale, le emozioni che genera questo film restano. Ed è per questo motivo che è così attuale.