NOMAD: SULLE ORME DI BRUCE CHATWIN: lo studio del personaggio più intimo di Herzog
NOMAD. Werner Herzog ripercorre le orme del suo defunto, grande amico, scrittore e viaggiatore Bruce Chatwin, nel suo documentario altamente personale e avvincente.
“Personaggi selvaggi, strani sognatori e grandi idee sulla natura dell’esistenza umana, questi erano i temi che Chatwin era ossessionato”, ci racconta Herzog.
Tanta natura, e tanta ricerca delle origine umane a tal punto che forse l’unica citazione che manca sono i dinosauri
Visione romanzata di un romanziere
Chatwin è probabilmente uno dei personaggi più difficili che Herzog abbia mai dovuto esaminare dal punto di vista del pubblico.
L’ormai grandemente stimato documentarista in genere allena la sua lente su argomenti di cui abbiamo una conoscenza di base – Internet, vulcani, Antartide –
Bruce Chatwin ha una visione molto singolare della natura dell’esistenza umana qui il viaggio è diverso
Ha interessi altamente specifici, come le canzoni degli indigeni australiani che sono base del suo libro The Songlines.
La prospettiva di Chatwin non è la più facile da capire senza un po’ d’intervento diretto da parte di Herzog, che cerca di essere presente il minimo indispensabile.
Da ad ogni capitolo della struttura divisa e romanzata un ampio respiro permettendoci di fondere i temi che attraversano il bibliografia dello scrittore.
Si comprende che per il regista stesso, questo è un viaggio personale e forse tutto ciò ci rende l’opera non di facilissima comprensione
brani tratti dai libri dello scrittore ci permettono di assaporarne la sua magnifica prosa e ci aiutano a capire cosa, ad esempio, spinge cosí tante persone verso la Patagonia ancora oggi.
Il regista fa uso incondizionato di tutto il suo stile
Ci invita a condividere la sua esperienza attraverso il potere del cinema, osservando le impronte sulla caverna delle tribù lontane nella parte più meridionale del continente ci racconta come diventano più misteriose mentre le osserviamo.
La presenza del Regista risulta ingombrante ma fondamentale ed appare fin troppo lampante il suo atteggiamento mestierante.
Tutto risulta sapientemente costruito anche grazie alla collaborazione di Ernst Reijseger.
Chatwin è stato anche attratto da paesaggi inclinati, di Herzog e lo stesso dal canto suo non può fare a meno di citarlo, essendo anch’egli profondamente attratto da Chatwin e dalla sua capacità di viaggiare nell’esistenza attraverso la natura
Nomade: Sulle orme di Bruce Chatwin: Conclusione
Questo legame personale tra regista e soggetto è qualcosa a cui Herzog è abituato, ma ho scoperto che è anche la ragione per cui Nomad è più difficile da comprendere.
Nessuno ha una migliore comprensione di Bruce Chatwin di Werner Herzog.
È tutto molto personale, come traspare anche dall’intervista agrodolce con la sua vedova Elizabeth Chanler.
Questa storia tra i due rende Nomad un’opera di catarsi personale per se stesso più che un documentario, un racconto per il pubblico.
Stilisticamente Herzog è abbastanza standard, ma si tratta di uno standard comunque superiore agli sforzi della maggior parte dei cineasti.
È un film utile per i fan dell’autore defunto che hanno almeno qualche conoscenza preliminare ma, potrebbe esserlo anche per capire meglio Herzog stesso soprattutto quando testimonia la meraviglia visiva del mondo seguendo le orme di Bruce Chatwin.
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