A morte gli sposi!
di Giacomo Di Fiore
E’ in concorso alla festa del cinema di Roma la magnifica tragicommedia musicale “Polvo seràn”,
del regista spagnolo Carlos Marquès-Marcet.
Musical latino di nature morte e scheletri macabri
Sono ormai i musical, tra le opere cinematografiche degli ultimi anni, la risposta più forte dei cineasti all’aria nichilista sempre più irrespirabile dell’occidente, nel cinema come nella società, e Polvo seràn è senz’altro uno dei più sublimi visti finora. La forza del nuovo film di Carlos Marquès-Marcet è straordinaria, vulcanica e obnubilante, in grado di trascinare lo spettatore in una dimensione altra, così profonda e intensa, affatto funerea (nonostante parliamo di un film sul suicidio assistito), ma vitale e trionfante piuttosto. Un trionfo di fiori che un giorno si, saranno polvere, ma prima sono stati fiori: stupendi, splendidi, traboccanti di bellezza e perciò effimeri. I personaggi vivono tra nature morte e sipari lisi, tra oggetti desueti, sinistri e malinconici che fanno da magnifico contraltare all’energia di questa tenerissima coppia interpretata da grandissimi attori.
Cala il sipario…
“L’intensità massima del profumo del fiore precede di poco la sua morte”; questa pressapoco la frase pronunciata nel film da Claudia, protagonista intrepretata magnificamente da Angela Molina, ex- ballerina e attrice, a cui viene diagnosticato un inguaribile e terminale tumore al cervello, e per questo decide di effettuare un suicidio assistito in Svizzera, dove la pratica è legale. Flavio, alias Alfredo Castro, ex-regista teatrale e compagno di Claudia, decide non solo di accompagnarla nella clinica svizzera ma di condividere con lei la morte, dopo aver condiviso la vita, nonostante goda di buona salute. Il film è ambientato in Spagna nei nostri giorni, ed è diviso in tre atti: nel primo è la coppia a essere presentata insieme alla infaticabile figlia Violeta che con il padre si prende cura di Claudia, nel secondo Flavio e Claudia, dopo una vita insieme finalmente si sposano e comunicano alla famiglia, composta da altri due figli avuti da precedenti relazioni, la decisione di morire insieme; e nel terzo e ultimo atto ci vengono mostrati in Svizzera per la risoluzione finale, inquadrati all’interno di un orribile clinica di periferia, anonima e algida, in una zona industriale, dove l’operatrice dice a Flavio “dare meno fastidio al vicinato”.
L’inno alla vita
Carlos Marquès-Marcet fa un bellissimo lavoro, sia in regia, dove coreografa perfettamente i movimenti di macchina con le coreografie di Marcos Morau, di tipo marcatamente “Bauschano”, e altrettanto in scrittura dove il tono da commedia è perfettamente integrato alla drammaticità dei fatti narrati. La colonna sonora è così calzante al tono emotivo generale, ossessionante, martellante e intervallata soltanto da poche canzoni cantate dal personaggio della Molina, dove si dispiega il suo complesso groviglio di sensazioni nel limbo della malattia e nel fronteggiare la buia parete della fine. Magnifica la scena dove il regista lascia Pina Bausch e verte in un siparietto sfarzoso da musical MGM oppure la lenta ballata di Flavio col figlio durante la festa di matrimonio. Ballare ballare e ancora ballare… lo spettacolo stratificato della vita che si erge a inno.
Cast
Sia Alfredo Castro che Angela Molina sono fantastici nell’interpretare intellettuali così addentro alla realtà, che vivono in una splendida villa piena di opere d’arte, di musica e di quadri alle pareti, nella messa in scena di questo rapporto forte, esclusivo e viscerale; ispido ed esplosivo a tratti ma un attimo dopo sono di nuovo una diade. Non è facile vedere sullo schermo una coppia così complice. Altrettanto bravi i personaggi di contorno, i figli così bisognosi di genitori solidi perché eternamente insoluti. “Io sono solo tuo padre” dice Flavio a Violeta, una battuta così semplice ma dal significato così ampio nei tempi odierni. Encomiable l’interpretazione di Monica Almirall nei panni di Violeta.
Conclusione
Polvo seràn è la storia di un repentino appassire della vita, della volontà di essere noi a decidere quando recidere il legame con la terra ed evitare così un osceno e lento spettacolo. Un film bellissimo che dobbiamo augurarci goda di una buona distribuzione in Italia affinché raggiunga più pubblico possibile e affinché Carlos Marquès-Marcet continui a girare pellicole all’altezza di questa.