Sofia Scandurra

Maestra Di Cinema

“Sofia è stata un vero pilastro del cinema italiano e il suo ricordo vivrà sempre per la sua Opera e per la sua Scuola nel cuore di quanti la conobbero e la apprezzarono- Mara Blasetti”

(…e il suo progetto vivrà…scuola.)

Parlare di Sofia Scandurra significa riassumere una vita dedicata completamente all’arte, declinata in tutte le sue molteplici sfaccettature. Giovanissima inizia ad esprimersi attraverso la pittura, vincendo un premio alla Mostra “Pittrici italiane” al Palazzo delle Esposizioni, ma la tela non riesce a contenere la sua capacità di narrare storie inizia a scrivere racconti. Ben presto, sotto lo pseudonimo di Lazzarina, sono pubblicati settimanalmente dal quotidiano Il Tempo e negli anni ne scrive oltre 400.
Nel 1981 approda alla pubblicazione, con Bompiani, del suo primo romanzo, Complesso di famiglia, che l’anno seguente è premio Castiglioncello per la letteratura, premio Penna d’Argento fino ad arrivare nella rosa finale delle opere prime al premio Viareggio. Il romanzo successivo è del 2010, Cinema e ceci, edito da Iacobelli, in cui ripercorre con il suo inconfondibile tocco ironico una carriera cinematografica enorme. “Il lavoro del cinema” come lo chiamava lei, è stata la sua grande passione e l’ha vista accanto, in veste d’aiuto regista, ad autori come Luigi Zampa, Mario Camerini, Nino Manfredi, Adriano Celentano, Dario Argento, e molti altri. Anche nel cinema Sofia continua scrivere: sue sono le sceneggiature di film come La moglie più bella, di Damiano Damiani, I giovani tigri e Le gladiatrici, di Antonio Leonviola, e molte altre realizzate anche per la televisione. Come regista televisiva realizza una serie di programmi inchiesta che si concentrano su argomenti scabrosi e “scomodi”, come la prostituzione, l’incesto, il cancro, la condizione delle donne e sarà proprio quest’ultima tematica che la porterà dietro la macchina da presa in prima persona, per realizzare il suo primo lungometraggio, quel Io sono mia che tanto fece discutere la censura, il pubblico, la critica. Il film è del 1977 ed è tratto dal romanzo del 1975 di Dacia Maraini Donna in guerra. Sofia scrive la sceneggiatura e accanto alla produttrice Lù Leone mette faticosamente insieme una troupe formata da tutte donne. Il “tocco” della regista è leggero, femminile più che femminista, volto soprattutto ad una riflessione intima di autocoscienza, prima vera tappa per una metamorfosi profonda delle donne nel contesto sociale italiano di quel tempo. Anche il teatro beneficia delle sue duttili capacità, sia come autrice di commedie originali, sia come autrice di adattamenti teatrali, sia come regista, con titoli che restano in cartellone per molte stagioni. Dopo aver così tanto lavorato realizza l’opera più generosa: fonda nel 1983 insieme a Cesare Zavattini, Alessandro Blasetti e Antonio Leonviola, la Libera Università del Cinema, mettendo a frutto le sue precedenti esperienze d’insegnante di regia cinematografica presso l’I.S.C. di Firenze, e il Centro Sperimentale di Roma. La “scuola”, un vero e proprio laboratorio pratico di cinema, come lei ama definirlo, diventa il punto di partenza per molti giovani cineasti, che sotto la guida del gruppo di docenti e della generosa ed infaticabile Sofia, riescono ad approdare al magico mondo del cinema passando dalla porta principale. Tra tutti i suoi studenti è d’obbligo menzionare Emanuele Crialese, Leone D’Argento al Festival del Cinema di Venezia, Candidato all’Oscar e David di Donatello. La scuola, una struttura piccola ma molto attiva, che da sempre Sofia ha coordinato affiancata dalle sue figlie è il lascito più prezioso di una donna che ha fatto del sogno il suo mestiere, e che ha insegnato il mestiere del cinema ai giovani per farli continuare a sognare; ed è nella continuità del suo progetto che i suoi “figli” veri e i suoi “figli d’arte”, ORGOGLIOSI di esserlo, hanno ricevuto il testimone.

Fiorenza Scandurra