Sofia Scandurra
una vita nel cinema, di cinema e per il futuro cinema
di Paolo Paolacci
Una vita nel cinema, di cinema e per il futuro cinema.
Di Paolo Paolacci
1) Cosa facevi da piccola e cosa pensavi di fare?
Dodicenne scrissi il mio primo romanzo “vietato ai minori di 18 anni” che finiva così: “i due uomini si allontanarono tenendo per mano il bambino che ognuno credeva figlio dell’altro.” Ma io non avevo la minima idea di come si facessero i bambini.
2) Cosa infatti o invece è successo?
In collegio mi offrii di fare la regia dello spettacolo di fine anno, e fu molto applaudita una scena che avevo risolto con le ombre cinesi anche per merito dell’attrice che era esilissima e si moveva con la grazia di una gazzella. Ma le monache mi punirono perché avevo rifiutato la parte alla prima della classe che era bassa e cicciotta per darla ad una ragazzina deliziosa che aveva 3 in matematica e pessimo in religione.
Evidentemente fin da allora non sottostavo ai voleri dei produttori che da grande mi resero la vita difficile.
3) E come hai iniziato a scrivere?
Il mio esordio di scrittrice nacque a mia insaputa. Avevo scritto un racconto e lo avevo infilato nella macchina da scrivere. Avevo vent’anni e mio marito lo lesse e senza dirmi nulla lo inviò alla pagina letteraria del “Tempo” che allora era il maggior quotidiano romano, diretto dal senatore Angiolillo, il quale prima di firmare il contratto mi chiese almeno sei racconti, ed io che gli avevo mentito dicendo di averne scritti molti, li scrissi tutti e sei nell’arco di due notti. E così mi pubblicò più di 400 racconti e una ventina di pezzi folcloristici con lo pseudonimo Lazzarina.,
4) A cosa non rinunceresti di quello che hai fatto e cosa non faresti di quello che hai fatto o hai dovuto fare?
Non rinuncerei a nulla di quello che ho fatto e niente sono stata costretta a fare. La mia vita è stata una scelta continua e ogni scelta per me è stata fatta con entusiasmo persino quando, per la sopravvivenza delle mie tre figlie, ho accettato di fare gli adattamenti , cioè di preparare le battute per il doppiaggio italiano che .dovevano combaciare con i movimenti labiali tedeschi di ben 100 episodi di uno stesso programma di fiction.
5) Perché hai dovuto da sola pensare alla sopravvivenza delle tue figlie?
Perché mio marito era un genio che parlava di miliardi senza curarsi del quotidiano.
6) Hai frequentato e conosciuto tantissime persone di grande importanza nel mondo culturale e cinematografico. ci dici chi sono e cosa ti ricordano o ti hanno dato?
Ho avuto la fortuna di fare cinema quando il cinema italiano era grande, di far televisione quando le tre reti lottavano per acculturare gli italiani e farli crescere e quindi ho conosciuto molta gente importante, lavorandoci assieme e pertanto vivendola nello loro quotidianità . Se leggi “Cinema e Ceci “ il mio romanzo verità sul mondo dello spettacolo, edito da Iacobelli, lì ci sono tutti i miei incontri, corredati da foto, da Nino Manfredi a Dario Argento, a Fellini a Mariangela Melato, ad Alberto Sordi ad Adriano Celentano eccetera. Come faccio in pochi minuti a dirteli tutti.
7) Ma nel particolare cosa ti viene in mente di loro?
Per esempio Manfredi mi ha insegnato il valore delle pause; Zampa la serietà professionale. La cosa curiosa è che Dario Argento , il regista più importante dell’horror, era terrorizzato dal dover girare i dettagli insanguinati…
8) Come nasce la Libera Università del Cinema , con chi ?
E’ nata nel 1982, una sera d’estate, in una maniera molto romantica proprio qui a San Cesareo. C’era Cesare Zavattini, Alessandro Blasetti, Callisto Cosulich, Leo Benvenuti, Leonviola e molti altri e si stava commentando il fatto che un ragazzo che seguiva una lavorazione sul set si era fatto male e la produzione stava passando un sacco di guai perché non era assicurato. E non si poteva assicurare chi non aveva busta paga, e non aveva busta paga chi non sapeva fare il proprio mestiere. Tutti noi che avevamo imparato guardando chi sapeva fare, senza essere pagati ci sentimmo coinvolti a fare qualcosa.
“Facciamo noi una scuola di cinema dove ognuno passa ai giovani le proprie esperienze”, disse Cesare Zavattini. Ma il cinema non poteva essere pura teoria, serviva la pratica e la pratica costa. Nessuno di noi aveva denaro per finanziare gli sprechi di pellicola…
9) E quindi?
Da poco era nata l’elettronica ma nessuno di noi ne sapeva niente. Proposi di imparare ad usarla perché economicamente significava un costo limitato e poi sarebbe stato il nuovo modo di fare film. Decidemmo che era giusto fare una scuola in elettronica, esattamente dove stavamo cenando.
10) E l’apertura quando avvenne?
Avevamo deciso di aprire la scuola l’anno successivo per avere il tempo e i fondi peri acquistare i macchinari. Ma i giornali subito diffusero la notizia a dei futuri allievi si presentarono con tale entusiasmo che decidemmo di affittare ciò che ci mancava e aprire subito fidandoci di tutte le nostre esperienze e in primo luogo di Zavattini, Leo Benvenuti e il grandissimo Aldo Tonti che s’ingegnò a sostituire i carrelli (costosissimi) facendo trascinare l’operatore con un lenzuolo ottenendo lo stesso effetto.
11 ) Da quanto tempo opera la LUC?
La Luc opera dal 1982 ed ha sempre avuto come obiettivo l’innovazione:.è stata la prima scuola in elettronica, la prima che modificò l’elettronica con l’HI8 , la prima che usò il digitale e l’HD e anche adesso stiamo modernizzando le attrezzature, per essere i primi anche nel 3D.
12) E perché proprio l’innovazione è così caratterizzante per te?
Perché tutte le trasformazioni all’inizio stentano ma poi diventano il futuro: basti pensare il cinema muto che ostacolò il sonoro, il bianco e nero che non credeva in quello a colori…
Pensa, quando Fellini girò “La dolce vita” preferì il bianco e nero per poi decisamente utilizzare il colore per Amarcord.
13 ) Quanti personaggi sono passati e quali sono cresciuti alla LUC?
Ma nel corso del tempo ne sono passati tanti e dei più noti cito Antonioni ed Ettore Scola. I nostri fiori all’occhiello restano Anna Galiena come attrice, Bogdan Drayer ed Emanuele Crialese come scrittori e registi. Quest’ultimo due volte candidato agli Oscar e due volte Leone d’argento a Venezia con “Novomondo” e “Terraferma”. E premio della critica a Cannes con “Respiro”
14) Puoi darci una tua idea di cos’è il cinema. Cos’è la Luc?
Il cinema è la settima arte e le racchiude tutte,… La LUC è una scuola dura fatta con martello e chiodi , il viaggio che compiamo è fatica e l’energia che immettiamo è per costruire il gruppo, la cosa più importante, sottolineata lo scorso dicembre alla Casa del Cinema dal noto giornalista Franco Mariotti, per la presentazione dei lavori dei nostri giovani, ha commentato “Siete una bella squadra”.
La Luc è una bottega di lavoro dove il cinema si impara facendolo, dove il talento non si insegna ma si insegna a metterlo a frutto, ne consiglio la frequenza a coloro che intendono fare del cinema la loro vita professionale.
15) Puoi mandare un saluto finale ai nostri lettori, magari parlando dei tuoi programmi futuri e se possono venire a trovarti e a contattarti?
Certo , saluto volentieri i vostri lettori e sono disponibile a rispondere alle loro eventuali domande sia per email che per contatti diretti. Nel mio futuro più immediato c’è soprattutto la LUC e le sue trasformazioni nonché un nuovo libro.
Libera Università del Cinema
Via Casa Massima ….