il cinematografo
Il Punto Di Svista Del Cinefilo
- Rubrica: Female Movies
- Firma: Claudia Marina Lanzidei
Trama: Thelma e Louise (Geena Devis e Susan Sarandon), due giovani donne dell’Arkansas, riescono finalmente a sottrarsi per qualche giorno ai vincoli coniugali ed affettivi per concedersi un week-end di pesca. Il viaggio, a bordo della Ford Thunderbird azzurra di Thelma, si rivelerà molto distante da ogni previsione. Un incidente inaspettato cambierà le loro vite per sempre, obbligandole ad una fuga disperata attraverso l’America, nella speranza di raggiungere il Messico. Il viaggio, con tutti i suoi imprevisti e colpi di scena, darà alle protagoniste la possibilità di scoprire la loro vera essenza, e di rendere il loro legame indissolubile.
Recensione: L’opera di Ridley Scott datata 1991 non smette di essere, a quasi trent’anni dalla sua uscita, un capolavoro che merita di essere guardato e riguardato. Si tratta di un film capace tuttora di far emozionare, di creare un collegamento empatico fra lo spettatore e le protagoniste, e di fornire spunti di riflessione. Il femminismo strutturale di quest’opera cinematografica (nonostante il regista sia un uomo) si manifesta in maniera delicata, a tratti ironica, ma senza risultare estremo e intransigente, e quindi capace di suscitare la complicità di chi guarda. Il punto di vista è quello delle due donne, è per la loro causa che lo spettatore prende posizione e si emoziona, ed è a loro che inevitabilmente si affeziona.
La metafora del viaggio
Il viaggio è uno dei temi fondamentali del film; si potrebbe dire che il viaggio sia il film. Esso rappresenta di fatto lo status in cui Thelma e Louise si trovano per tutta la durata dell’azione. I pochi minuti iniziali, quelli che precedono l’inizio del viaggio, forniscono un quadro molto sommario delle vite delle due donne, che permettono allo spettatore di farsi sì un’idea delle protagoniste, ma non priva di punti interrogativi ed elementi da chiarire. Sicuramente si evince fin da subito la situazione critica di Thelma e del suo matrimonio. Le poche interazioni con il marito Jimmy rivelano una relazione impari, in cui Thelma subisce l’arroganza di lui, nonché abusi di vario genere. Il fatto stesso che non abbia avuto il coraggio di informare il marito del suo week-end fuori con Louise, ma che abbia deciso di metterlo di fronte al fatto compiuto senza farsi trovare a casa la sera, rappresenta un chiaro segno del suo non essere padrona della situazione e succube dei capricci del coniuge. Ma quando il viaggio inizia, cambia tutto. Si potrebbe paragonare lo sfrecciare di Thelma e Louise attraverso l’America alle peripezie di Ulisse nell’Odissea, o a quelle di Enea nell’Eneide. Similmente a questi due poemi epici vecchi di migliaia di anni, non solo il viaggio sembra non avere mai fine ed è tempestato di ostacoli di vario genere, ma rappresenta un percorso di crescita per il protagonista, l’eroe, le eroine, in questo caso. Thelma e Louise non arrivano alla fine del viaggio uguali a come erano all’inizio, ma radicalmente trasformate. A dire il vero, cambiano in continuazione durante il film, soprattutto dopo il tragico evento in cui la loro femminilità gioca un ruolo fondamentale. Le prove che devono affrontare dopo quella spiacevole serata ne rivelano la vera essenza, le debolezze, ma anche delle insospettate capacità, che lo spettatore impara a riconoscere ed apprezzare, delle quali si servono sia per salvarsi la pelle sia per ribaltare alcune situazioni in cui, da donne, sono vittime di abusi. Esse stesse si stupiscono di ciò di cui sono capaci e divengono gradualmente ed indissolubilmente complici. La situazione – non voluta – in cui si trovano si rivela per alcuni versi un vantaggio. Il fatto di doversela cavare con pochi mezzi e di dover superare delle prove molto difficili, gli permette di uscire dal contesto sociale in cui sono normalmente rilegate, di osare e di tirare fuori un potenziale che i vincoli socialmente accettati avrebbero mantenuto celato. Thelma e Louise riescono finalmente, grazie anche al loro trovarsi in due a vivere una drammatica esperienza, a togliersi la maschera Goffmanniana che gli ha tarpato le ali fin troppo a lungo, e a volare libere a bordo della loro macchina azzurra. Se durante il primo giorno di viaggio, nonostante l’euforia per il fatto di concedersi due giorni di vacanza, le maschere sono ancora saldamente poste e Thelma e Louise non hanno alcuna intenzione di togliersele, a poco a poco e con il passare dei giorni comincia a imporsi sempre di più un senso di determinazione nelle due protagoniste, che le condurrà ad essere le due donne molto più sicure di sé stesse che sono alla fine dell’azione. Il fatto di trovarsi in una situazione liminale, in un limbo di indeterminatezza e di infinito potenziale quale è il viaggio, le aiuta nel processo dello spogliarsi dalle categorie convenzionali.
“Sorellanza”
È con questo termine che si può definire il profondo legame di amicizia di Thelma e Louise. Se all’inizio del film si trattava di un affetto sincero ma nel quale ognuna delle due manteneva le proprie idee riguardo l’altra e la propria posizione, le esperienze estreme in cui le due donne vengono coinvolte ne determinano una fusione quasi totale di visioni del mondo, desideri e ambizioni. La profonda diversità dei caratteri delle due protagoniste, che in alcuni momenti, e soprattutto all’inizio, appare come ostacolo e sintomo di incompatibilità, si rivela poi come preziosa complementarità. Nessuna delle due può prescindere dall’altra, ed entrambe arrivano ad accettare l’altra come specchio delle proprie debolezze e come fonte per scoprire la propria forza latente. Se Thelma si presenta come giovane donna affascinante ma ingenua, meno emancipata, che come un uccellino in gabbia sembra quasi aver abbandonato la voglia di sognare, Louise appare davanti alla cinepresa molto più sicura di sé e pronta a prendere decisioni anche per l’amica. Thelma è fra le due quella che subisce la metamorfosi più drastica, e la scena della rapina nel negozio di alimentari è forse il momento che sancisce la sua conversione: compiendo un gesto dettato dalla disperazione e dalla volontà di rimediare al danno provocato dalla sua eccessiva confidenza verso un ladruncolo che la corteggia e che è interpretato da un Brad Pitt giovanissimo, Thelma scopre di avere un innato e insospettato talento. La sua espressione cambia da questo momento in poi, lo scudo della timidezza finalmente si dischiude lasciandole un sorriso a fior di labbra, che sembra non abbandonarla più fino alla fine del film. Louise invece subisce una metamorfosi quasi inversa a quella di Thelma. Sono le sue debolezze quelle che vengono a galla, suscitate da mostri del passato che ogni tanto fanno capolino nel presente. Louise impara, senza perdere la sua fermezza e determinazione (che si combinano a pennello con i progressi di Thelma), a lasciare un po’ di spazio al sentimento, a riconoscere le sue emozioni, quasi commovendosi di tanto in tanto, e divenendo meno imperscrutabile agli occhi di Thelma, che la comprende e ne sposa gli ideali.
Storia di donne
La femminilità delle due protagoniste – elemento essenziale della storia – e le sue numerose espressioni, non possono non innescare una riflessione, essendo capaci di accrescere nelle donne spettatrici un senso di orgoglio femminile e desiderio di riscattarsi. Diverse sono le scene in cui Thelma e Louise si ritrovano a rovesciare dinamiche tipo in cui le donne sono normalmente vittime. La prima è proprio quella che poi scatenerà tutti i fatti successivi, in cui Louise spara in maniera impulsiva allo stupratore di Thelma, uccidendolo. Questa famosissima scena ha una potente carica emozionale positiva, che rende impossibile agli spettatori non schierarsi con le due donne. Un’altra scena, forse ancora più spettacolare, quasi alla fine del film, quando Thelma e Louise sono all’apice della loro crescita personale, è quella che vede coinvolto un camionista che le due donne avevano già precedentemente incontrato lungo la strada. L’uomo, che rappresenta uno stereotipo sociale ancora oggi più che presente, incontrando Thelma e Louise lungo la strada, dispensa loro apprezzamenti e commenti poco dignitosi. La prima volta le due cercano di superarlo il più velocemente possibile e dileguarsi. La seconda volta che lo incontrano, fingono di acconsentire alle avance dell’uomo, invitandolo a fermarsi nella prima piazzola di sosta. Qui avrà luogo una vendetta spietata, che l’uomo sicuramente ricorderà per il resto dei suoi giorni, e che parla a nome di tutte le donne che sono state vittime di tali commenti sgradevoli. La gioia sui volti di Thelma e di Louise si dipinge così anche sul volto di chi le guarda attraverso la cinepresa. Gli uomini hanno un ruolo marginale nella storia, o per meglio dire, essi rappresentano simbolicamente gli ostacoli lungo il cammino delle due eroine, i quali alla fine vengono tutti superati con successo. Il primo ostacolo è proprio Jimmy, il marito di Thelma, che rappresenta il classico uomo dalla mente retrograda e con una scarsa apertura mentale, una sorta di carceriere per la moglie. Il secondo è senz’altro lo stupratore di Thelma, colui che rappresenta la causa scatenante della loro fuga e di tutte le peripezie ad essa associate. Vi è poi il ladro a cui le due danno un passaggio per un tratto di strada (Brad Pitt) e che le deruba di tutti i soldi; si tratta di una figura particolarmente importante per Thelma: pur mettendo le due donne in una situazione a dir poco critica, è lui che aiuta Thelma ad aprire davvero gli occhi, su vari aspetti, in primis sui piaceri della vita, poi sulla sua ingenuità ed estrema fiducia nel prossimo, e per ultimo le fornisce la chiave per rimediare alla perdita del denaro stesso. Un’altra figura emblematica è il già citato camionista, il quale simboleggia un tipo di violenza sulle donne diversa da quella fisica ma ugualmente grave: il fatto che sia solo verbale fa sì che venga sminuita, normalizzata, e resa una pratica sociale abituale e impunita. Un’altra figura maschile nelle quali le due donne si imbattono è il fidanzato di Louise. Egli è forse l’unico che soccorre le due protagoniste con un aiuto concreto e repentino. Anche lui però sarà lasciato indietro da Louise, che non ha intenzione di coinvolgerlo nei suoi piani futuri. Un ultimo personaggio maschile degno di nota è il commissario di polizia (interpretato da Harvey Keitel). Egli è la figura maschile più positiva, colui che riesce davvero a mettersi nei panni di Thelma e Louise e cerca in tutti i modi di tutelarle e metterle in salvo; ma non riuscirà nel suo intento, le due donne decideranno per sé, senza scendere ad alcun tipo di compromesso. Il culmine di questa voglia di liberarsi di ogni catena che le lega al passato e alle aspettative sociali che le hanno tenute prigioniere per tutta la loro esistenza è proprio la scena finale, che rappresenta una scelta di libertà pura, senza alcuna costrizione, e nella quale le due sono perfettamente d’accordo. I personaggi maschili hanno un ruolo altamente simbolico, e nonostante rappresentino gli ostacoli, gli impedimenti che le due donne incontrano lungo il loro cammino, essi rappresentano per Thelma e per Louise la possibilità di conoscersi e riconoscersi, e soprattutto di diventare complici.
Si tratta di un’opera cinematografica in grado di fare, a modo suo, la differenza. Purtroppo il film non cambierà un sistema sociale in cui la donna non è considerata alla pari dell’uomo, ma guardarlo (o riguardarlo) non può che giovare a qualsiasi donna, o uomo, che voglia riflettere sul tema. Si tratta di una storia quanto mai attuale, e nonostante racconti di un tempo e di un luogo specifici, ha la capacità di illuminare le menti ed infiammare gli animi su una questione universalmente irrisolta. Che lo si guardi nella giornata dedicata alle donne – spesso un contentino per rendere meno amari 364 giorni di violenza più o meno esplicita, più o meno strutturale, più o meno subdola – o in un qualunque altro giorno dell’anno, questo film porta inevitabilmente lo spettatore o la spettatrice a riconoscersi (o a volersi riconoscere) in uno dei personaggi della storia, e a riflettere sul proprio ruolo e la sua legittimità.
Vedetelo, se non l’avete ancora visto, rivedetelo se l’avete visto più di un decennio fa! Voto: 9